La storia del Banco di San Giorgio

La storia del Banco di San Giorgio

Il Banco di San Giorgio, originariamente noto come Casa delle compere e dei banchi di San Giorgio (in latino: Officium comperarum et bancorum Sancti Georgii), fu un'importante istituzione finanziaria esistita a Genova dal 1407 al 1805.

Gli inizi

Le origini della banca risalgono al 1149, quando la Repubblica di Genova contrasse il primo prestito statale dopo il successo della spedizione militare contro Almeria e Tortosa (1147-48). Per coprire i costi, il Comune trasferì il gettito di alcune imposte a un gruppo di 18 cittadini per 15 anni, che in cambio anticiparono 1.300 lire genovesi.

Questo tipo di finanziamento era noto come compera. Lo Stato impegnava una parte delle sue entrate ordinarie a favore dei cittadini prestatori (comperisti), che ricevevano un pagamento annuale di interessi in cambio del loro prestito. Questo modello di successo fu utilizzato ripetutamente negli anni successivi.

Costituzione e crescita

La Casa delle compere e dei banchi di San Giorgio fu fondata il 27 aprile 1407 con decreto statale. L'istituzione fu provocata dal crollo finanziario della Compagna Communis (il nome del comune di Genova dell'epoca) a seguito delle costose guerre contro Venezia. L'istituzione fu creata riunendo tutte le “compere” esistenti per la gestione standardizzata del debito pubblico.

Nel corso del tempo, l'istituto, che in seguito divenne il Banco di San Giorgio, concesse altri prestiti alla Repubblica di Genova. Il capitale crebbe costantemente fino a raggiungere i 52 milioni di lire genovesi.

Compiti e campi di attività

Il Banco assunse funzioni centrali nel sistema finanziario genovese. Non solo amministrava le tasse e il debito pubblico, ma raccoglieva anche i risparmi, come le moderne banche centrali. Fu una delle prime banche di deposito, di credito e di giro d'Europa ed è considerato il precursore delle odierne banche centrali.
A partire dal 1625 circa, la banca emise anche cartamoneta. Queste banconote erano emesse a nome di una persona, pagabili alla presentazione e trasferibili tramite girata.

Il famoso filosofo Montesquieu (1689-1755) paragonò la banca a un Monte di Pietà, che concedeva prestiti alla Repubblica e in cambio pagava un interesse del 2,5% ai suoi prestatori.

Il declino

Quando Napoleone salì al potere, la banca perse le sue riserve auree a favore di Parigi. Anche se la Repubblica Ligure, fondata nel 1797, ritirò l'amministrazione fiscale e del debito del Banco, esso mantenne la sua funzione di banca centrale. In questo periodo l'istituzione fu rinominata Banco di San Giorgio.

Lo scioglimento definitivo avvenne nel 1805 con l'incorporazione della Liguria nell'Impero francese. La liquidazione durò fino al 1856. Dal 1881 l'archivio è conservato presso l'Archivio di Stato di Genova.

Struttura e organizzazione

Il capitale sociale della banca corrispondeva all'ammontare dei prestiti statali ed era suddiviso in “luoghi” (loca) da 100 lire genovesi ciascuno. I titolari di queste azioni, i “luogatari”, erano sia creditori dello Stato che parlamentari.

I luoghi erano trasferibili e potevano essere usati come garanzia. Tutte le transazioni erano documentate nei registri della banca, che fungeva anche da fiduciario.

Struttura di gestione

Al vertice c'erano otto protettori, affiancati da altri funzionari. Il Gran Consiglio dei Luogotenenti, con 480 membri, era composto da:

  • 20 titolari di cariche (protettori, prevosti e sindaci)
  • 460 luogatari, alcuni eletti, altri estratti a sorte.

Il consiglio decideva su questioni importanti, in particolare sui prestiti statali. L'amministrazione impiegava oltre 500 persone.

La sede

Dal 1443 la banca risiedeva nel Palazzo del mare, un'antica sede municipale del XIII secolo. Nel 1451, l'edificio divenne interamente di proprietà della banca e fu ribattezzato Palazzo San Giorgio.

Operazioni finanziarie

Compere

La “compera” era uno strumento di finanziamento tipico di Genova, documentato fin dal 1141: gruppi di creditori concedevano prestiti alla Compagna Communis in cambio del diritto di riscuotere tributi per periodi di tempo stabiliti. Con la fondazione della Casa di San Giorgio, queste diverse associazioni di creditori furono riunite.

Servizi bancari

La banca gestiva diversi sportelli di deposito e di giroconto per diverse valute. Gli affari si svolgevano al primo piano di Palazzo San Giorgio, dove i notai tenevano una contabilità a doppia entrata in latino. Tra i correntisti vi erano personalità importanti come Ferdinando II d'Aragona, Isabella di Castiglia e Cristoforo Colombo.

Possedimenti territoriali

La banca amministrò a suo tempo diversi territori, tra cui:

  • Famagosta (1447-1464)
  • Gazaria (fino al 1474)
  • Corsica (dal 1453)
  • Diverse città della Riviera come Lerici, Sarzana, Levanto, Pieve di Teco e Ventimiglia.

Nel 1562, tutti i territori rimanenti furono restituiti alla Repubblica.

Altre attività

La banca si occupò anche, per conto della Repubblica, dell'amministrazione del monopolio del sale:

  • L'amministrazione del monopolio del sale
  • Il settore delle lotterie
  • La coniazione di monete da parte dello Stato

Tuttavia, queste attività erano soggette alla regolamentazione statale.